Cornici dell'esistere

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  1. Spica
     
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    ..è una bella metafora.
    viviamo in un mondo dove i bambini si possiedono, dove l'amore dovrebbe dare dei diritti.
     
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  2. schmit
     
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    il mondo delle emozioni è solo quello che possiamo possedere tutto il resto è...utopia
     
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  3. schmit
     
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    http://img442.imageshack.us/img442/8256/im...ne200041km3.jpg

    un angolo del mio paradiso
     
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  4. schmit
     
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    mi sono riletta questo 3d e l'ho trovato bellissimo...ma voi non avete esperienze interiori per arricchirlo?
     
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  5. rsorrt
     
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    Una luce si accende, interrompe bruscamente la notte, pone un confine tra il buio e tutto il resto.

    Margherita si è svegliata da un sogno e la sua mano istintivamente trova l'interruttore della lampada sul comodino, come accadeva da bambina, come se la luce avesse in se qualcosa che davvero tiene lontane le cose del buio. Ma quelle cose diverse, passate e presenti e anche quelle che attendono le notti a venire, sono intorno a noi, sempre. Alcune sono buone altre cattive, molte altre sono solo indifferenti a ciò che esiste in un mondo diverso dal loro.

    Margherita sente il suo cuore che batte forte, ha sognato qualcosa ma non ricorda, si sente infelice ma non sa il perchè. Sente di essere sola nella stanza, nella pozza di luce in mezzo ad una notte sconfinata che la osserva, la percepisce. Qualcosa che, come lei, partecipa alle cose del mondo con una sua anima.

    "Era un incubo ?... ho sofferto nel sogno ?" si chiede Margherita nel suo letto e rimane a pensare
    a quell'indefinito senso di oblio di un ricordo appena trascorso e fuggito ad un passo da li.
    Poi sente una carezza sul viso e un profumo nell'aria, rivede un banchetto di panini caldi vicino ad un fiume, in pieno inverno.. una grande chiesa di pietra, le luci della sera, i brividi sulla pelle.
    Nella sua piccola stanza il passato ritorna, il sogno la investe ad occhi aperti ed è come se non fosse più li..
    Senza respiro Margherita osserva tutto poi, come una luce interrotta, quel dono svanisce e ritorna dall'altra parte del confine, oltre la notte, nei luoghi del sogno.

    Margherita si alza e sa che non era dolore quello che provava. attraversa la stanza apre un cassetto e dopo aver rovistato trova un foglio che il tempo ha invecchiato.

    Lo legge piano e ritrova il senso di quelle parole come qualcosa che solo lei può capire, che appartiene alla sua vita, che è parte di lei.

    Così rilegge quella piccola cosa di tanti anni prima, di chissà quante notti addietro, di giorni e stagioni e cose passate, poi si addormenta dopo aver spento la luce e ritrova tutti i suoi sogni.

    Ripiomba la notte felice di essere tutto su tutto solamente disturbata da un piccolo riflesso.
    Accanto al cuscino di Margherita proviene un pallido chiarore, un piccolo foglio, poche righe confuse:
    "Buio nella stanza
    qualcosa si muove nell'oscurità
    ombre che danzano intorno a me
    poi
    l'indefinito vertiginoso abisso di ciò che non si vede.
    Tendo la mano muovo le labbra:
    "Tu sei qui ?"
    Dal nulla il nulla rispose:
    "Sì".

    Edited by rsorrt - 14/5/2008, 16:42
     
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  6. schmit
     
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    Stanotte ho sognato dei fiori...ma attorno c'era un'aria triste, ne osservavo uno in particolare e dicevo:"che bello!"mi sono svegliata con il rammarico di non aver saputo cogliere quell'aria misteriosa che era attorno al fiore l'unico che ero riuscita a mettere a fuoco...ci ho pensato e ripensato ma nulla è venuto alla mia coscienza...
    Stamani nella mia solita escursione in giardino ho visto che in quell'unica pianta di geranei che avevo sempre portato con me per trapiantarne un brocchetto nei vari posti dove ho sostato, anche per brevi periodi e che non avevo piu' rivisto,era spuntato un unico fiore.Improvvisamente ho capito il sogno...
    Il fiore da me tanto amato non mi aveva mai lasciato. Io ho lasciato i luoghi dove la vita mi aveva fatto sostare ma il bel geraneo a farfalla mi aveva sempre accompagnato fra rovi e gioie della mia vita.
    In questa casa che avevo dovuto lasciare sono tornata, ma gli innumerevoli vasi dove i geranei a farfalla in primavera erano un rigoglio che allietava il mio spirito, si erano seccati tutti per l'abbandono,l'unico rimasto era stato questa piccola piantina, che oggi mi ha fatto il dono del fiore a dirmi:"io sono ancora qua, ti ho atteso.
    Eccoti la gioia della vita che si rinnova.
    Amala come io l'amo.

    letizia schmit
     
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  7. Schou
     
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    Questo 3d è una meraviglia...quando si leggono queste cose ci si riconcilia con il mondo.
     
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  8. Il Federalista
     
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    "Sebbene Dio parla in una o due maniere, l'uomo non capisce; tramite il sogno, in visione notturna, quando il sonno cade sugli uomini, quando si addormentano sul letto, allora rivela all'udito degli uomini e gli indica il suo consiglio". Giobbe 33:14-16
     
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  9. kkk-3
     
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    La voce dello Spirito, parla in una maniera sola, ma non tutti la comprendono perchè bisogna essere in grazia di Dio
     
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  10. Mari-anna
     
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    nentornata kkk, ora non stare mesi prima di farti rivedere :)
     
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  11. schmit
     
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    vorrai dire bentornata immagino ah ah ah... :P
     
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  12. doroty2
     
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    Una leggenda del mio paese:la fanciulla di neve:

    La fata Primavera non vuole porre fine all'inverno: agli uccelli confessa di non voler abbandonare Snegurocka, la figlia avuta dal vecchio Inverno. Iarilo, il sole, condanna per gelosia la bimba a morire se mai si innamorerà di un uomo. Inverno teme che il Sole infonda sentimenti d'amore nel cuore della figlia, tali da fondere il suo cuore fatto di ghiaccio. Per evitarlo, la nasconde nella casa di un contadino che abita all'entrata del villaggio dello zar Berendej.
    Lasciata dunque la foresta dove viveva sola, Snegurocka si trasferisce nella nuova casa, ma non è felice e per distrarla Kupava, la sua migliore amica, la invita alle proprie nozze e le presenta Mizguir, il fidanzato. Questi si invaghisce subito di Snegurocka e abbandona Kupava, che si rivolge allo zar per averne protezione. Berendej interroga la figlia dell'Inverno, che risponde di non amare nessuno,e, non sapendo come conciliare le due giovani donne, le invita alla festa di propiziazione della fine dell'inverno. Durante la festa la fanciulla di neve resta immobile immersa nella sua tristezza glaciale; Kupava invece accetta l'amore di un pastore che desidera sposarla. A sera Mizguir confessa il suo amore alla figlia di Primavera che ne resta colpita, tanto da tornare nei boschi a supplicare la madre di farle dono dei sentimenti d'amore. La fata Primavera appare portando una ghirlanda di fiori per la figlia: la giovane sente mutare dentro di sé qualcosa e va incontro a Mizguir. Un sentimento nuovo, un'emozione mai provata prima, spinge la fanciulla ad accettare la proposta di matrimonio. Sulle nozze che si stanno per celebrare Mizguir invoca la benedizione dello zar, ma un raggio di sole, simbolo dell'amore, colpisce la fanciulla che, sciogliendosi, scompare. Il giovane disperato e affranto dal dolore si getta nel lago. Dissoltasi la figlia del gelido Inverno, il sole ricomincia a splendere.



    cosa vi suggerisce questa leggenda?
     
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  13. schmit
     
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    le storie e le leggende di un paese ti fanno scoprire la loro cultura
     
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  14. MoscaTzèTzè
     
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    ne sono parte integrante.


     
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  15. rsorrt
     
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    Il pino mosso dal vento agitava i suoi tanti rami senza sosta sotto un cielo nuvoloso che
    chiamava a se la pioggia, da chissadove.

    Margherita affacciata alla sua finestra, con gli occhi presi dalle nuvole in movimento, osservava il cielo da molto tempo, e non si stancava.

    Vedeva oltre i rami del pino, oltre le nuvole, seguiva il vento fin dove la pioggia inizia, in quel chissadove che solo ai bambini si rivela.

    Ecco, lei partiva da li per sognare: da dove nasce la pioggia.

    Aveva 8 anni, due gambette secche e agitate sensa posa. Anche da seduta agitava sempre qualcosa, un piede o una mano, le spalle.

    Immersa nei suoi sogni Margherita ora è assente da tutto il resto, da un nome a quella nuvola che le pare un drago alato ma che poi, in un minuto, si trasforma in qualcos'altro e allora le da un nome diverso.

    La finestra di Margherita comunica con Dio ma lei non lo sa. Dio vede, dal suo luogo, la finestra con perfetta chiarezza, mentre, a parte altri luoghi simili a quello, tutto il resto vuole che resti una presenza non troppo precisa, un ronzio ai margini della sua attenzione.

    Dio osserva la bambina, gli piace vedere le cose attraverso quegli occhi limpidi da dove traspare un mondo felice e sereno, non assurdo come la maggior parte dei sogni dei bambini ne doloroso o vuoto come quegli degli adulti.
    "Questa bambina è diversa" si disse Dio quando gli capitò di vederla la prima volta alla finestra.
    "Vede il mondo quasi come lo volevo io".

    Così quel giorno Dio parlò con Margherita.

    "Se le nuvole fossero immobili e non cambiassero mai?" disse Dio.

    Margherita sentì la voce e seppe subito che non proveniva da giù ma da sù, ed infatti non distolse lo sguardo dalle nuvole e, per nulla stupita, rispose subito:
    "allora non pioverebbe mai e il sole non tornerebbe più, anche l'arcobaleno non verrebbe mai. Sarebbe brutto."

    "Sarebbe brutto" fece eco la voce oltre le nuvole.

    Margherita voleva vedere chi parlava e aspettò che le nuvole di fronte alla voce si spostassero.

    "Vuoi fermare le nuvole e il vento, tutto?" parlò la bambina.

    "Lo vorrei." disse Dio.

    "Ma perchè lo vuoi fare?" fece lei mentre la nuvola immensa stava passando e avrebbe liberato il cielo.

    "Perchè sento il dolore che c'è li, ed è tanto..." disse la voce oltre le nuvole e il suo tono si fece cupo e ricordò a Margherita suo nonno quando, molto triste per qualcosa che era successo, le parlava.

    "Ma non puoi mandare via quello che non ti piace ? da lassù puoi vedere tutte le cose brutte"

    La nuvola passò e Margherita si sollevò sulle punte per istinto quasi per vedere meglio.
    Vide però altre nuvole e quella voce restò anonima ancora.

    "Se fermassi tutto ora... anche il dolore si fermerebbe" disse Dio osservando la finestra di Margherita.

    "Lo fai ora ? mentre io sono qui ?" chiese la bambina con un pò di paura.

    "Si, proprio adesso" rispose la voce, poi tutto tacque d'improvviso, anche il vento.

    Margherita pensò che quello era l'ultimo momento in cui poteva vedere le nuvole muoversi e che poi si sarebbe fermato tutto e lei non avrebbe più potuto correre o chiamare nessuno.

    "Potrei vederti prima che le nuvole e il vento si fermino ?" disse la piccola.

    Margherita attese e spostò la testa di lato puntando l'orecchio al cielo ma non ci fu risposta, c'era solo un silenzio assoluto. Poi la nuvola passò e oltre quella ecco l'azzurro di un cielo immenso...
    Oltre quel cielo c'era la luce abbagliante del sole e oltre il sole, oltre le oscurità del cosmo oltre i suoi ottusi motori dispersi tra gelide isole del nulla c'era Dio. così lontano da quella bambina e dalle pene del mondo... Ma lei non poteva vedere fin laggiù, poteva solo osservare un piccolo spicchio di cielo azzurro.

    Margherita attese poi seppe che non avrebbe avuto risposta, mai più nessuna risposta e allora strinse la bocca e i pugni poi gli occhi e si preparò a qualcosa che avrebbe fermato tutto quello che si muoveva, anche il suo respiro e quello di tutti. Serrò tutta se stessa e tremò...
    Ma non accadde niente di brutto, nessun dolore nessun boato e dal cielo non cadde niente come lei si aspettava.

    Quando riaprì gli occhi, il cielo era limpido, come se nessuna nuvola fosse mai esistita e anche il vento non c'era più.

    Il pino era immobile e si beveva il cielo e il calore del sole e i rumori delle cose erano tutti come sempre, ognuno al suo posto.

    La bambina rimase a pensare per lunghi istanti poi sentì che era arrivata l'ora di rientrare e distolse i pensieri dalla finestra e la richiuse poi si addentrò nella casa per cercare uno dei suoi tanti libri illustrati per cominciare da li, un altro mondo fatto di sogni.

    Dio da lontano mosse un piccolo lembo dell'Universo e distolse lo sguardo su altri luoghi, diversi, immensamente lontani dalla finestra di Margherita. C'erano vuoti enormi tra le cose, ma per lui erano solamente piccoli istanti da riempire con qualcosa, poi c'erano stelle e pianeti e esseri grandi e altri piccolissimi, alcuni talmente piccoli che persino Dio faticava a rammentarsi di loro, non avevano un nome, nessuno lo aveva.. erano le creature che davano nomi alle altre. Dio non aveva mai dato un nome a niente, neppure a se stesso.

    Quel giorno Dio fu felice di non aver spento ogni cosa laggiù, dove viveva Margherita.
    Presto le avrebbe parlato ancora pensò, anche se i suoi attimi così enormemente più vasti delle sue creature spesso facevano si che, una volta tornato da loro per rivederle, non le trovasse più perchè sparite oltre la vita, in posti remoti che Dio conosce bene ma in cui tutto è diverso da prima, molto diverso.

    Margherita non seppe mai che quel giorno aveva salvato il mondo.

    :wub:

    Edited by rsorrt - 22/7/2008, 09:08
     
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