Cornici dell'esistere

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  1. frichicchio
     
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    era così bello questo spazio...perché rsorrt s'è arenato?
     
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  2. filli
     
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    vedi frichicchio, ci sono momenti e momenti. Viviamo un brutto periodo e quando la nostra mente è presa dal quotidiano i problemi si accavallano uno su l'altro e la poesia la sentiamo lontana...
     
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  3. rsorrt
     
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    C'erano notti così profonde e tormentate che Margherita non riusciva a dormire.
    Erano le notti senza luna, senza i rumori di qualcuno per casa che togliesse la paura del mondo silenzioso e ricacciasse tutte le cose del buio oltre i loro confini.

    Margherita era poco più di una bambina ma già sapeva qualcosa del mondo.
    Sapeva che oltre la porta di casa sua, oltre le persone che popolavano il suo piccolo mondo ce ne erano altre molto diverse, alcune molto cattive, che aspettavano l'occasione giusta per afferrare i bambini e non lasciarli mai più.

    Margherita aveva sentito queste storie alla televisione o dai genitori:
    "gli sconosciuti sono pericolosi... non lasciare mai la mamma, non andare mai con nessuno..."
    "oggi sono scomparsi dei bambini, nessuno li trova più da nessuna parte.. forse non torneranno mai..." e tante altre storie simili che le facevano molta paura.

    In quella giovane mente di bambina quelle storie si erano ancorate e, silenziose e nascoste, attendevano l'arrivo della notte. Allora uscivano e prendevano tante forme diverse e spingevano Margherita a fissare la porta semiaperta in preda alla sensazione fortissima che ci fosse qualcuno li nascosto, ne percepiva l'ombra, credeva di sentirne il respiro, tremava sapendo che quando si fosse addormentata quella presenza non avrebbe più aspettato e sarebbe venuta da lei, più vicino.

    Le notti senza luna erano quelle che Margherita temeva di più.
    Senza la luna che sfumava le ombre non c'era niente che potesse fermare i suoi timori, così si rannicchiava tra le lenzuola e si schiacciava contro il muro e sudava e tremava per un interminabile viaggio, un delirio fatto di dormiveglia e di brevi sonni, occhi pesanti poi dolori di stanchezze inguaribili.
    Ma ogni volta quel viaggio finiva e l'alba annunciava che ogni cosa era tornata al proprio posto e tutto quello che agitava le ombre si era ritirato.
    Margherita immobile resisteva fino all'alba aspettando il primo rumore di casa, la mamma che si alzava le porte che si aprivano, i rumori buoni delle cose che conosceva. E allora era felice, potev dimenticare le cose che le avevano fatto visita nelle ore della notte.

    Tutto questo accompagnò Margherita nella sua l'infanzia e, anche se in una forma diversa, rimase sempre dentro di lei.
    Crescendo diminuì la paura ma non la sensazione di presenze in ascolto.
    L'abitudine di una luce accesa sul comodino, per tutte le notti della sua vita, non l'abbandonò mai.

    Nella mente di un bambino la notte cosa racconta ?
    E cosa raccontano i silenzi pesanti che avvolgono le cose e dipingono su di loro contorni diversi ?
    Il mondo del giorno non è quello della notte, le cose cambiano quando cambia la luce... e questo i bambini lo sanno !! lo sanno senza che nessuno glielo abbia insegnato.
    Forse perchè loro, i bambini, provengono proprio di li, dal mondo che non c'è, e le loro paure sono i loro ricordi.

    Margherita sentiva le voci e, a volte, con loro parlava.
    Gli dicevano di cose diverse, accadute da tempi immemori eppure da qualche parte ancora in vita a modo loro, in posti diversi oltre quelli che si conosce.

    Erano buone quelle voci ? oppure, come la presenza della luna sul mare, portavano gli echi e le tristezze di tutte le anime che il mare si era preso per se ?
    Non poteva saperlo perchè a volte le dicevano di essere li proprio per lei, di volere che stesse sempre bene e che non l'avrebbero mai lasciata sola.

    Ma qualcosa in lei percepiva che non tutto era detto, come un sorriso che scopre i denti e rivela negli occhi selvaggi un abisso privo di coscienza.

    Le stelle sparse nel buio in alto nella notte erano così distanti...
    eppure Margherita le vedeva, poteva osservare il debole baluginare di quegli oggetti.
    Era quella la casa delle voci ? Era quella la casa..... di tutte le voci ?

    Anni e anni dopo
    dopo l'infanzia, la scuola, le ansie per il primo amore e i giorni sempre uguali
    di una vita tranquilla, d'improvviso, comparve quel quaderno.
    Non si ricordava più di averlo e fece fatica nel ricordare cosa fosse.
    Poi lo aprì.

    Polveroso e ingiallito, secco come corteccia di un albero ormai senza più vita, lo sfogliò, pagina per pagina, e lo rivide com'era sempre stato: completamente vuoto senza una scritta ne un segno.
    Poi la vide.

    Trovò quell'unica pagina che in un lontano giorno di quand'era bambina era comparsa, proprio nel mezzo del quaderno.

    Lei non aveva mai scritto... e come avrebbe potuto se non sapeva ancora farlo ?
    Allora non ci fece molto caso e quasi divertita, sorpresa da quei disegni rimise il quaderno al suo posto. E li restò per decenni, fino ad oggi, fino ad ora e, solo adesso poteva leggere quelle parole.

    Lesse lentamente ma con ansia, parola per parola.
    Mentre scorreva quei segni ben tracciati, minuti e precisi, scritti da qualcuno che aveva avuto grande cura di farlo, gli parve che la sua vita non fosse mai trascorsa, che tutto dovesse ancora accadere.

    Lesse piano nel silenzio della casa
    ora che tutti quelli che popolavano il suo piccolo mondo erano scomparsi
    ora che nell'alba i rumori del giorno era solo i suoi.

    Così, inconsapevole di farlo Margherita, recitò quella sorta di magia,
    come un mago che pronuncia le sue formule nascosto nel buio di una torre e crea un mondo a parte.
    Così, come per magia, Margherita tornò nel corpo di bambina.
    Le sue mani tornarono piccole e i suoi capelli furono trecce lunghe sul viso morbido fino a che i piedi furono penzoloni sul letto profumato e non toccavano più il pavimento.

    Prima che tutto quello che era stato scomparisse e il suo mondo tornasse indietro, come se un Dio strano e benevolo avesse girato al contrario le lancette dell'universo, accadde qualcosa.
    In quell'attimo Margherita seppe che non c'era mai stato un solo giorno in cui fosse rimasta completamente sola, e sentì le voci e percepì la figura ai margini della porta e seppe che non erano cattivi e che non avevano mai voluto farle paura. Erano buoni ma lei non aveva capito.
    Aveva scambiato per demoni quelli che erano angeli solo diversi dai nostri. Non avevano ali ne riccioli biondi ne guance paffute... erano piccole cose dell'oscuro che avevano casa dove non ci può essere casa. Piccole cose, anche loro impaurite dal mistero di un cosmo che accomuna tutte le sorti.

    Così riecco la bambina esattamente come era stata tanti anni prima, la stessa che aveva trovato il quaderno e lo aveva sfogliato e aveva sorriso di fronte ai segni che non capiva su quell'unica pagina solitaria in un mare di pagine tutte bianche.
    Ma ormai tutto era svanito, il passato era il futuro e non poteva più ricordare ne capire era solo una bambina.
    Margherita chiuse il quaderno e lo rimise esattamente dove già lo aveva messo una volta, si infilò nel letto e si tirò le coperte fino al mento.
    Osservò la luna dalla finestra e sentì il tiepido calore della casa. Nella stanza accanto ecco le voci della mamma e del papà che le dicevano "Buonanotte, sogni d'oro piccola".
    Lei rispose felice poi si addormentò quasi subito senza alcuna paura.

    Margherita sognò il suo quaderno fatto di mille sussurri e voci felici e tutto fu bello. Le voci le dissero che erano li per lei e che le volevano bene e che da allora in poi mai l'avrebbero lasciata sola ne mai più avrebbe avuto paura.
    E lei le ascoltò e non alcun dubbio.

    Prima che il sogno cambiasse e desse spazio alle sue fantasie di bambina le voci le raccontarono quanto c'era scritto sul foglio e, per la seconda volta nel sua esistenza, Margherita sentì quella formula magica.
    Era una cosa dalle stelle, un dono del cielo proveniente da oltre le porte del buio, da oltre le stelle che dalla finestra apparivano piccole e lucenti.
    La bambina nel sonno sorrise, come se stesse giocando, e senza saperlo si avviò verso una vita nuova..... migliore.

    "Quale voce viene sul suono delle onde
    che non è la voce del mare?
    E' la voce di qualcuno che ci parla,
    ma che, se ascoltiamo, tace,
    proprio per esserci messi ad ascoltare.
    E solo se, mezzo addormentati,
    udiamo senza sapere che udiamo,
    essa ci parla della speranza
    verso la quale, come un bambino
    che dorme, dormendo sorridiamo.
    Sono isole fortunate,
    sono terre che non hanno luogo,
    dove il Re vive aspettando.
    Ma, se vi andiamo destando,
    tace la voce, e solo c'è il mare...."

    Edited by rsorrt - 24/2/2009, 21:34
     
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  4. frichicchio
     
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    bel racconto come tutti i tuoi. questa è poesia, sì, la poesia può essere anche in prosa :)
     
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  5. rsorrt
     
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    CITAZIONE (frichicchio @ 16/10/2008, 14:55)
    bel racconto come tutti i tuoi. questa è poesia, sì, la poesia può essere anche in prosa :)

    Ciao Fri...
    si non scrivo spesso, ma quando lo faccio viene da se, come una pentola a pressione che sul fuoco lento ad un certo punto deve fischiare per sfogare la pressione..

    Così i sogni della notte e quelli del giorno si accumulano fino a che devono uscire e allora escono a modo loro come possono e prendono forma sulle parole e dicono qualcosa che però è qualcos'altro.... e io non so cosa sia però mi basta per poi rialzarmi dalla sedia ed essere felice, come se fosse passato il buio e tornasse il brillare del sole...

    E' sempre così che funziona.. tutto da se.
     
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  6. frichicchio
     
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    Sai, a me succede la stessa cosa quando decido di comporre qualche pezzo di musica...
     
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  7. doroty2
     
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    Infatti da cosa nasce l'ispirazione?
     
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  8. smilla_e_la_neve
     
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    Da cosa nasce?
    Dalla passione!
    ...da un bisogno naturale di dare qualcosa di te. Qualcosa di unico, solo tuo.

    Belli si nasce ed anche ispirati ma sta a noi saper riconoscere una passione,
    coltivarla e far si che diventi grande ed appagante.
    Ti faccio un esempio. sono arrivata a 50 anni senza aver mai ballato in vita mia,
    tranne qualche lento da ragazza.
    Poi, un giorno, accompagnai una mia amica ad un corso di ballo e mi...costrinsero a provare.
    La musica mi entro' dentro senza che me ne accorgessi ed all'improvviso il mio corpo l'ha riconosciuta
    e si è mosso con armonia e con una inaspettata grazia.
    Da allora non è passato un solo giorno che non abbia ballato...e parlo di scuola,
    fatica, prove, riprove e diploma.
    Sono una piccola maestra e devo ancora crescere ma ballare,
    a parte che è un ottimo modo di tenersi in forma, è l'unica cosa che riesce davvero a liberarmi la mente da tutto.
    E' una sensazione bellissima!
     
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  9. schmit
     
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    ti credo...io invece ero un'ottima ballerina, nel senso che apprendevo subito ogni danza.
    Ricordo che in compagnia di quattro amici(avevo 17 anni) ero andata a vedere un film dovesi ballava il rok en roll, non so se si scrive cosi'...all'uscita nella piazza degli aranci di Massa ci mettemmo a ballarlo...ci scatenammo veramente...poi in una di quelle feste che si soleva fare in casa, con il mio amico Guglielmo, ripetemmo questo ballo e in una sua figurazione detti una testata al lambadario fatto a lira e ne parti' un pezzo...ma la mia testa non si ruppe...da li' capii che era durissima... :)
    Bei tempi quelli...ho tanti ricordi...pensa che sotto le feste Guglielmo,oggi sposato con figli e nipoti.. .mi ha telefonato per farmi gli auguri e abbiamo ricordato quei momenti...ci siamo fatti un sacco di risate...è stata veramente una "gioventu' bruciata" la nostra...ma bruciata bene... :)
     
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  10. magnific
     
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    Quanti ricordi...
     
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  11. schmit
     
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    un caminetto che riscalda il cuore mentre avanzano i ricordi...
     
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  12. rsorrt
     
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    Faceva capolino, Margherita, da dietro la quercia forte che dava ombra ai pomeriggi estivi lasciando che il sole penetrasse a pezzettini dall'ombrello profumato di foglie che quel gigante silenzioso e buono lasciava sempre aperto.

    Sentiva i suoni, da lontano, del fiume che scorreva e levigava i sassi facendoli lisci lisci e dando loro forme strane in cui Margherita ritrovava sempre qualcosa di misteriosamente uguale alle cose fuori dalla vita del fiume.

    Così intravedeva, in un sasso il volto di un uomo di profilo con il naso grosso, la bocca semiaperta e persino i capelli e le orecchie... poi un animale il profilo di una pecora, e un altro ancora: un cagnolino che riposa, poi altri e altri ancora come se il fiume, scolpendo i suoi sassi, volesse parlare agli umani e dire loro che anche lui, a modo suo, osservava e viveva le cose e che non erano soli ne lui era solo una cosa che scorre senza saperlo.

    Margherita amava il fiume più di ogni altra cosa e con lui la pioggia quando scendeva piano da chissadove e piano picchettava sul corpo del fiume e lo dissetava e lo teneva in vita.
    Così il fiume e la pioggia, fatti entrambi della stessa cosa, diventavano una cosa sola e con il loro linguaggio parlavano a chiunque osservasse dicendo che quello era il modo in cui doveva essere e che niente avviene per caso e che quella danza usuale era, in realtà, il miracolo della vita, il significato dell'esistenza. Perchè la vita vuole solo vivere ed è questo il suo senso.

    Allora Margherita rimaneva ad osservare il fiume sotto il suo ombrellino e non le importava delle piccole gocce che le bagnavano i vestiti, le mani e le punte delle scarpe. Lei era felice li sotto tra la pioggia dal cielo e il fiume sulla terra.
    Sentiva che anche lei poteva parlare e aggiungere il suo di linguaggio e fare di tre anime una sola come aggiungere una voce ad un piccolo coro e farlo arrivare piano piano fino al punto in cui dio si era messo a sognare e aveva scordato le cose quaggiù.

    Poi Margherita divenne grande e dimenticò le cose del fiume e quelle della pioggia e imparò linguaggi diversi e scordò quelli con cui era nata ma che nessuno le aveva insegnato.
    Così scordò come sentire il fiume e come ascoltare la pioggia e, laddove prima vedeva il vero delle cose, adesso scorgeva solo acqua che in modi diversi arriva e in uno stesso modo scorre.
    Aveva perso l'indirizzo del luogo dove dio dorme perchè qualcuno le aveva detto che lui è chiuso in altri posti costruiti dalle persone e che li osserva e giudica e da tanto ai buoni e tanto ai cattivi.
    Solo la bambina sapeva in se che dio non osserva ne giudica ma solo sente e a modo suo offre quello che deve offrire e toglie quello che deve togliere, proprio come la grande quercia, come la pioggia, come il fiume.. come tutto il resto che danzando secondo natura tiene accesa la vita.

    Un giorno di Maggio, Margherita riaprì un vecchio baule e in quello, trovò addormentato il vecchio ombrellino di quand'era bambina. Tutto rosa e senza disegni, minuto, con la punta nera e il manico liscio, ben ripiegato e chiuso esattamente come la bambina lo aveva messo a nanna chissà quanti anni prima in un mondo diverso lontano da qui.

    Lo prese con delicatezza e uscì fuori in giardino poi lo sciolse e lo aprì e girando il manico lo fece roteare mentre guardava in alto al riparo dal sole.

    In quel momento rivide il fiume e sentì la pioggia e rilesse nella mente quello che aveva scritto su un foglietto messo via e mai più ritrovato nell'ultima estate da bambina prima che il mondo la distogliesse da ciò che è più vero.

    Lesse così, parola per parola, con il cuore che sorrideva e gli occhi lucidi e in quel momento, ma solo per poco, rivide il posto dove sognano tutte le cose passate e dove attendono tutte le cose future di essere sognate e le parve che da li qualcosa si destasse e, nel breve istante del ricordo, sentì che non era mai stata sola e che un giorno sarebbe tornata alle origini, al fonti di se, senza più alcuna fretta di esistere...


    "...La pioggia conosce bene la sua stagione,
    Quando arriva la primavera, che porta la vita.
    La segue il vento nascosto nella notte,
    E inumidisce tutte le cose piano, senza suono.
    Sulla strada di campagna, le nuvole sono un immenso oscuro,
    Su un battello, un fuoco unico brillante.
    All'alba si vede questo posto ora rosso e umido,
    I fiori sono pesanti nella città di broccato..."

     
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  13. schmit
     
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    Caro, carissimo rsorrt...mi hai commosso di nuovo. Che meraviglia quello che scrivi, mi entra dentro e divento un tutt'uno con l'essenza delle tue parole...sai,anch'io sono un po' come Margherita...le stesse sensazioni la stessa visione del mondo.
    E' strano che proprio ieri mi fossi rimessa a leggere questo 3d e oggi, puntuale Margherita è tornata a parlarmi al cuore.
    Grazie amico, oggi Domenica un raggio di sole mi ha penetrato in questo mondo pieno di buio ma basta una fiammella di luce per sentire ancora il mio cuore pieno di luce sfolgorante :wub:
     
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  14. francesco56_8
     
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    bello bello bello! stare in mezzo a voi significa stare un una oasi della vita.
    Grazie rsorrt, io non ho avuto il piacere di leggerti in altri tempi.Non conoscevo ancora questo forum.Ho cominciato con la casa di Margherita adesso ed è un inno al sentimento. Ho letto qualcosa delle tue recensioni di films, mi riprometto di leggere tutto,ma ci vuole tempo perche' la vita quotidiana mi assorbe molto.Questo forum, grazie a Letizia, si distingue da tutti gli altri e a confermarlo sta il fatto che ci sono pochi forumisti...ma buoni,questo è quel che conta.
     
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  15. schmit
     
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    bellissima!!!

     
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342 replies since 20/2/2005, 18:14   4709 views
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